Il Capitolato Informativo

Il Capitolato Informativo

Cosa serve per costruire la domanda in fase di gara

Andrea Fronk, Direttore Area Tecnica | BIM Manager

Il primo step per avviare una commessa in modo efficace è senza dubbio legato alla costruzione di una domanda chiara, precisa e specifica da parte della Committenza. Questo è vero in generale e vale anche per quanto riguarda la metodologia BIM: considerare il modello digitale come la pura trasposizione tridimensionale di quanto si è sempre fatto (e si fa ancora) non è solo sbagliato, ma può portare anche a disattese nelle aspettative del Cliente, nella qualità del lavoro e nell’efficacia generale del processo.

Le richieste e le aspettative relative alla componente digitale della commessa sono da ricondursi ad un documento cardine, che viene definito Capitolato Informativo (CI). Negli anni pre-UNI 11337 l’abbiamo conosciuto come EIR (Employer Information Requirements, oggi ri-battezzato dalla ISO 19650 come Exchange Information Requirements) ma nel contesto nazionale faremo sempre riferimento alla traduzione italiana. Nella struttura attuale, UNI ha già pubblicato la parte 6 che focalizza l’attenzione sulla struttura, sui contenuti e sui riferimenti da adottare per la stesura del Capitolato Informativo, proponendo delle linee guida sufficientemente chiare e complete per redigere il documento in modo efficace.

Proviamo a dare un quadro sintetico dei contenuti proposti da UNI.

Premesse

Il Capitolato Informativo è sempre relazionato ad una commessa, quindi la prima sezione deve contenere dati e informazioni sufficienti per poter identificare il progetto, introdurre il contesto generale e riportare la consueta lista di acronimi e glossario. Nel caso si avessero dubbi sulla definizione specifica di particolari termini, segnaliamo l’ottimo lavoro di BIMe sul BIM Dictionary (qui il link), un dizionario online accessibile gratuitamente che comprende diverse traduzioni tra cui anche la versione italiana.

Riferimenti normativi

Analogamente a quanto avviene normalmente per relazioni e documenti tecnici, è importante riportare i riferimenti normativi. Ricordiamo che la normativa principale di riferimento è la UNI EN ISO 19650, insieme al suo annesso nazionale costituito dalla serie UNI 11337. Temi specifici sono contenuti invece in altre linee guida: ad esempio, lo standard IFC è riportato nella UNI EN ISO 16739, così come le strutture dei sistemi di classificazione sono da ricercarsi nella ISO 12006.

Sezione Tecnica

A questo punto si entra nel dettaglio della domanda: la sezione tecnica contiene tutte le specifiche necessarie per impostare i modelli in modo coerente rispetto alle aspettative della Committenza. Solitamente, si avvia la sezione con l’indicazione delle caratteristiche relative all’infrastruttura hardware e software, distinguendo la dotazione della Committenza da quella richiesta all’Offerente. Si ricorda che, negli appalti pubblici, non è possibile imporre all’Offerente l’utilizzo di un software specifico, a differenza di quanto può avvenire invece in un appalto privato. Da non sottovalutare le schede di fornitura e scambio dati: nel caso di un appalto pubblico, è fondamentale indicare ad esempio la versione di IFC richiesta e la (o le) Model View Definition da adottare, mentre, in un appalto privato, si potranno dettagliare maggiormente richieste legate all’utilizzo di determinati strumenti, come l’estensione dei file nativi o la versione del software di authoring.

Esempio di infrastruttura hardware, rif. prospetto 1 UNI 11337:6

Altri aspetti basilari sono la definizione del sistema di coordinate e le specifiche di riferimento: i modelli devono essere georeferenziati e lo zero di progetto (e di rilievo) deve essere noto e chiaro dal principio. Spostare in corsa il modello per rimediare ad errori di posizionamento può essere molto rischioso!

La specifica per l’inserimento di oggetti ha lo scopo ben preciso di standardizzare le regole di modellazione, vincolando non tanto la generazione della geometria quanto l’organizzazione e la strutturazione di dati e informazioni a questa associati. Un esempio può essere l’inserimento del vincolo di connessione al piano corretto di riferimento per ciascun elemento, come possono essere il muro o il solaio. Il Committente potrà richiedere le specifiche all’Offerente oppure indicare precise prescrizioni.

Un altro argomento rilevante è quello relativo al sistema di classificazione e denominazione degli oggetti: ogni organizzazione ha il proprio sistema aziendale, è evidente che il primo step per allineare e coordinare team estesi è quello di imporre un linguaggio unico ed univoco per lo scambio di dati e informazioni. Sistemi di classificazione universalmente riconosciuti sono gli standard UniClass e OmniClass, solo per citare i più utilizzati, ma possono essere adottati anche sistemi personalizzati di breakdown structure (secondo le infinite declinazioni: work, product, information ecc…). Un modello digitale può supportare n sistemi di classificazione, ma è bene ridurre il rischio di sovrabbondanza informativa richiedendo solamente quelli strettamente necessari. Considerando il sistema di classificazione come una chiave di lettura delle informazioni, è preferibile che sia il Committente a specificare quale sistema adottare, altrimenti sarà compito dell’Offerente proporne uno.

In chiusura, si riportano delle schede tipologiche che l’Offerente dovrà compilare per dimostrare la propria esperienza e le proprie competenze, riportando i principali lavori cui ha partecipato dando ovviamente evidenza delle attività svolte seguendo la metodologia BIM. In buona sostanza, uno schema semplificato di curriculum vitae relativo alla parte BIM.

Esempio di esperienze pregresse dell’affidatario, rif. prospetto 8 UNI 11337:6

Sezione gestionale

La sezione gestionale contiene tutte le specifiche necessarie per poter governare il processo, a partire dagli aspetti più strategici per arrivare alla stesura delle richieste per il 4D, 5D, 6D e 7D, passando per la definizione delle attività di coordinamento e dei livelli di sviluppo.

Tipicamente, nella prima parte della sezione gestionale si definiscono obiettivi e utilizzi del modello. E’ necessario sfatare un mito: non esiste un modello che funzioni alla perfezione per qualsiasi utilizzo se ne voglia fare, o almeno non nell’accezione di prototipo tridimensionale con il quale identifichiamo un modello BIM. Per questo è necessario che la Committenza specifichi nella domanda il perché intende adottare la metodologia BIM (avere un maggior controllo del progetto? Aumentare la trasparenza nel processo progettuale?) e che utilizzi intende farne del modello (stima dei costi, coordinamento di progetto, facility management…).

Esempio di obiettivi del modello, rif. prospetto 9 UNI 11337:6

Contestualmente alla definizione degli utilizzi, è consigliabile indicare già nel CI quali elaborati ci si aspetta vengano prodotti da modello e quali potranno essere prodotti tramite origine esterna. Questa informazione è importante per poter individuare quali elaborati, ad esempio, dovranno ricevere più attenzione in sede di LC3, ovvero il coordinamento tra modelli informativi ed elaborati non prodotti da modello informativo; il supporto di un elenco elaborati definito per ciascuna fase del processo è sicuramente di grande aiuto sia per la Committenza che per l’Appaltatore.

All’interno della sezione gestionale troviamo anche uno degli argomenti storicamente più discussi, ovvero l’indicazione dei livelli di sviluppo (LOD). Non esiste una correlazione biunivoca tra LOD e fase della commessa: a seconda degli obiettivi, degli utilizzi e delle necessità, è possibile adottare LOD misti e diversi anche all’interno della singola fase. Si ricorda che la ISO 19650 ha fatto decadere il concetto di LOD, sostituendolo con i Livelli di Fabbisogno Informativo; la motivazione di questo cambiamento è da ricercarsi nei limiti operativi dei LOD, in favore di un prospetto più dinamico e adeguabile rispetto alle necessità concrete della Committenza.

Esempio di livelli di approfondimento, rif. prospetto 13 UNI 11337:6

Una volta definite le finalità, sarà necessario indicare ruoli, responsabilità e autorità ai fini informativi. Lo schema della UNI è piuttosto chiaro e prevede la predisposizione di diagrammi riportanti ruoli e relazioni, oltre che di una Contact List contenente tutte le figure coinvolte con esplicitazione di ruolo, azienda e riferimenti mail/telefonici.

Seguono poi le indicazioni necessarie per la strutturazione e organizzazione dei modelli, qualora fossero previste particolari specifiche da parte della Committenza. In alternativa, sarà compito dell’Offerente inserire una proposta che sia funzionale alle richieste del CI. A titolo esemplificativo, i modelli potranno essere organizzati per disciplina, piuttosto che per fornitore, per livello o per qualsiasi caratteristica si riveli significativa per i futuri utilizzi del modello. Si potrà inoltre richiedere  una reportistica per il monitoraggio degli stati di avanzamento lavori, indicare le dimensioni massime dei file di consegna e le modalità per la gestione della sicurezza in cantiere.

Separatamente rispetto alle normative vigenti per la modellazione sono riportate le politiche per la tutela e la sicurezza del contenuto informativo, dove devono essere riportate le normative di riferimento ed eventuali richieste aggiuntive; a questo capitolo segue l’indicazione della proprietà del modello.

Sarà poi necessario chiarire alcuni aspetti come la modalità di condivisione di dati, informazioni e contenuti informativi (es: ACDat), la denominazione dei file (naming convention) e le modalità di programmazione e gestione dei contenuti informativi di eventuali sub-affidatari.

Tendenzialmente, le attività di verifica e coordinamento dei modelli sono in carico all’Offerente, che espliciterà nella oGI e successivamente nel pGI le modalità con le quali prevedrà di svolgere l’incarico. Tuttavia, il Committente potrà avanzare delle richieste già nel CI, come ad esempio la definizione di una frequenza per l’emissione di reportistica o le modalità con le quali vengono coordinati e verificati i modelli.

A chiusura del documento saranno infine riportate le richieste per quanto riguarda le attività di programmazione (4D), le modalità di gestione informativa economica (5D), le modalità di gestione informativa dell’opera (6D) e le modalità di gestione delle esternalità (7D), cui l’Offerente dovrà rispondere in modo esaustivo e completo.

Bimfactory supporta sia le Stazioni Appaltanti (qui il link), che intendono organizzare in modo efficace la documentazione e la procedura di gara, sia imprese che studi di progettazione (qui il link) che sono chiamati a soddisfare requisiti sempre più significativi in fase di gara.